Occitano e Occitania
L’area geografica interessata si presenta nel suo insieme omogenea, una successione di vallate alpine simili per caratteristiche oro-idrografiche.
Ben diverse sono le realtà storiche e culturali che si possono cogliere nel passaggio da una valle all’altra: è il caso dell’area linguistica occitana. Di seguito è proposta una più che sintetica presentazione di quella che non è solo una importante componente della cultura alpina piemontese ma che vale ad identificare una intera comunità.
Fu Dante Alighieri nel XlV secolo a distinguere tre idiomi all’interno delle parlate romanze prendendo come elemento distintivo la particella affermativa: la lingua del sì (italiano), la lingua dell’oil (oiltano o francese), la lingua d’òc (occitano).
Òc deriva dal latino “hoc est”, “è questo”: il termine Occitania valse quindi ad individuare il territorio in cui si parlava la lingua d’òc, pur in presenza di varianti locali.
Va infatti ricordato che l’Occitano è principalmente una lingua che viene tramandata oralmente, anche se codificata nella grafia; l’Occitano Alpino è la variante di cui fanno parte le parlate delle valli occitane d’Italia.
La comunità occitana piemontese è parte di una macroregione che si estende oltre confine nella Francia meridionale; è presente nelle province di Torino e di Cuneo e comprende l’alta val Susa, la Val Chisone, la Val Germanasca, la Val Pellice, la Valle Po, la Val Varaita, la Val Maira, la val Grana, la Valle Stura, la Valle Gesso, la Val Vermenagna, la Valle Pesio, oltre ad alcune valli laterali.
A vista, è l'architettura di impronta occitana che può essere osservata: sono infatti elementi tipici delle comuni abitazioni il balcone in legno, la scala esterna, le grandi architravi, le colonne rotonde.