Il quadro teorico di riferimento
Un percorso ritenuto adatto ad ottimi ciclisti, classificabile OC, è tale perchè presenta uno sviluppo chilometrico particolarmente elevato o perchè richiede il superamento di un notevole dislivello o, ancora, solo a causa del terreno sconnesso? A simile domanda si può rispondere con ovvietà, considerando che un “ottimo” ciclista è in grado di affrontare con successo ognuna delle difficoltà accennate, anche se presenti contemporaneamente.
Ma allora, colui che sia capace di coprire, per ipotesi, una notevole distanza, quali tracciati può ritenere di poter affrontare con tranquillità, qualora non riesca poi a superare un tratto caratterizzato da una forte pendenza? Ecco quindi evidente il punto cruciale del problema: poichè lo scopo perseguito è di individuare la relazione ottimale tra capacità del biker e impegno richiesto di volta in volta dall’itinerario scelto, non ha senso ipotizzare valori medi esprimenti una sintesi delle difficoltà in quanto è molto improbabile che esista anche il corrispondente prototipo di ciclista.
In realtà, ognuno di noi possiede attitudini psico-fisiche sue proprie e non necessariamente tra loro omogenee: sarà quindi il lettore in prima persona a poter valutare se è in grado oppure no di affrontare un determinato percorso, partendo dalla stima delle sue personali capacità del momento e rapportandole alle caratteristiche del tracciato, prese una ad una oggettivamente.
In tale ottica pare opportuno comporre un quadro delle difficoltà sì da delinearne il corrispondente profilo, mentre il livello di preparazione individuale sarà oggetto di una valutazione separata.